Ma che roba è questo mondo laico di oggi? Cosa ce ne facciamo di una cultura laica che, come un disco rotto, altro non fa che ripetere a sproposito che le parole del Papa, dei cardinali, dei vescovi, dei leader dei moderati sono “ingerenze” nella vita del Paese? Ma che idea hanno questi laici da quattro soldi della vita, del futuro, della storia? Capiscono o non capiscono (propendo per la seconda ipotesi) che c’è una differenza fra personale conduzione dell’esistenza e modelli collettivi di comportamento? Si rendono conto o no che un’idea laica della vita non può essere affidata al comodo ma miserabile concetto “voglio fare tutto quello che mi va”? La Chiesa fa il suo mestiere, spinta dalla forza dei movimenti cattolici, pur spesso in competizione tra loro. La Chiesa dice la sua, portando la croce delle contraddizioni della storia e degli errori dell’uomo, che loro chiamano peccati. Dice la sua nonostante le vocazioni in calo, l’aggressione dell’Islam, le spinte di proselitismo delle Chiese evangeliche, gli scandali dei preti pedofili o di quelli collaborazionisti dei regimi comunisti. La Chiesa si batte come può, vince e perde sul tavolo della storia per presentarsi dignitosa al giudizio di Dio. La Chiesa sbaglia (quante volte lo ha fatto!), si corregge, prova ad adeguarsi alla storia. E il mondo laico che fa? Quel mondo laico e liberale, ma anche socialista e comunque democratico, non ha una spinta da proporre. Quel mondo laico che esce vincitore dal XIX e dal XX secolo non pensa al futuro. Vinta nell’800 la battaglia per far attecchire il germe della democrazia e vinta nel ‘900 la lotta alle dittature ideologiche in nome del progresso, della libertà e del benessere, non ha in mente un’idea forte per il domani? La Chiesa cerca nella sua storia e nelle sue radici uno strumento per orientarsi nel tempo moderno. A volte a torto, a volte a ragione, parla di corpo umano, famiglia, limiti della scienza, nascita dei figli, confine tra la vita e la morte. La cultura laica assiste inebetita, forse rincoglionita da troppi cocktail su troppe terrazze. I grandi del pensiero liberale e laico, penso a Mazzini, penso a Cattaneo, avevano innanzitutto un’etica, un’idea rigorosa della vita e dei comportamenti da adottare. Oggi vedo un deserto ideale, una pochezza mentale, costruita su libri letti solo in copertina. O vogliamo pensare che l’essenza della cultura laica moderna sta tutta nel timbro postale della ricevuta di ritorno di un Dico frettolosamente spedito? E se il postino se lo perde?
di Roberto Arditti