Romanzi sul cellulare. Come cambia la scrittura

settembre 26, 2007

Il Wall Strett Journal, riporta la notizia di una giovane giapponese, Satomi Nakamura, che ha otto romanzi utilizzando il proprio cellulare come unico mezzo di scrittura. L’ultimo di questi (200 pagine) si è aggiudicato 2000 lettori. Il fenomeno non è isolato, anzi da alcuni anni i principali siti dedicati a questa pratica (cliccate solo se sapete leggere gli ideogrammi) vendono le creazioni dei propri autori ad un prezzo attestabile tra l’equivalente di 1$ e8$. Il più letto ha avuto 400.000 download, quindi si parla di un business reale e concreto. La pratica di scrivere utilizzando il cellulare, non ha ancora preso piede nel nostro continente e gli esempi sono quindi ancora sparuti; Roberto Bernocco è portavoce italiano di questa moda conil suo libro

Dell’articolo del Wall Street Journal, la parte più interessante è di sicuro quella con la dichiarazione della giovane scrittrice mobile giapponese:

“Potrebbe sembrare più facile scrivere con il Pc, ma ho un cellulare fin da quando frequentavo la prima media, quindi per me è più semplice usare il telefonino”

In questa frase c’è tutta la differnza culturale e di costume tra nuove e “vecchie” generazioni, come anche tra oriente (o solo Giappone?) ed occidente. Se poi continuate a leggere l’articolo scoprirete che la romanziera Leggi il seguito di questo post »


Lo zucchero nel telefonino salverà il pianeta

settembre 3, 2007

GiornaleI cellulari ci seguono, sono sempre con noi, sono capaci di farci parlare di tutto, ridere e a volte anche piangere. Non ci abbandonano mai, neanche quando dormiamo. Ma questo caro gingillo di ferraglia e plastica ogni giorno è una bolletta salata per noi e per l’ambiente. È dotato di una batteria al nichel o al litio che non lascia scampo al pianeta terra. Ma come fare a vivere senza il mobile? Cuori infranti dalla tecnologia state tranquilli, riprendete fiato. Il glucosio salverà il vostro cellulare. Un gruppo di ricercatori giapponesi della Sony ha realizzato una batteria al glucosio capace di alimentare dispositivi elettronici come computer e telefonini. Una batteria biologica che racchiusa in un involucro di carta può arrivare a generare 50 milliwatt. La Sony sta investendo molto denaro in questa impresa. Sembra un miracolo: la tecnologia incontra il business e il rispetto per l’ecosistema. E non finisce qui. Uno studente inglese, Andreas Zachariah, della Royal College of Art, ha inventato The Carbon Hero: un dispositivo che inserito in qualsiasi cellulare è capace di calcolare le emissioni di anidride carbonica prodotta dal proprietario dell’apparecchio in qualsiasi luogo e momento. Adesso conosceremo nel dettaglio l’entità dell’auto-inquinamento. Ci troveremo faccia a faccia con il gas di scarico del nostro motorino, della nostra macchina. Pianteremo alberi anche in balcone. Compreremo solo detergenti naturali. Inizieremo a fare del bene: regaleremo agli scettici prodotti ecologici. Soprattutto la new generation, maggiormente investita dal progresso, potrà finalmente prendere coscienza di quanto costano a mamma natura gli inutili capricci per un cellulare con fotocamera, frigorifero e frullatore compresi nel prezzo. Forse ritorneremo ai tempi delle gite fuoriporta senza cellulare e navigatore Gps per non sbagliare strada. Ai tempi in cui per parlare con i tuoi cari creavi dei veri e propri ingorghi umani presso autogrill, bar, piazze. Tempi in cui non sapevi che le onde elettromagnetiche potevano cambiare il tuo stile di vita. A proposito, ma in tutto questo caos di batterie, fili elettrici, plastica, anidride carbonica, dove sono finite? Tutti sanno, persino gli italiani, che sono dannose per la salute quanto il litio e il nichel. La scienza avanza e loro imperterrite la seguono. La tecnologia usa maniere dolci ma i ripetitori continuano a moltiplicarsi, senza vincoli proibitivi. Garantendo lauti profitti. Sarà per questo motivo che scienziati e imprenditori continuano ad ignorarli.

Ornella Mollica


Porno o non porno? Questo è il problema

marzo 20, 2007

I ripetitori dei cellulari sono da sempre terreno fertile per ogni tipo di discussione. Da noi, in Italia, c’è chi dice che facciano male, c’è chi dice che facciano bene e c’è chi li nasconde negli alberi (in America c’è addirittura una società che lo fa di mestiere). In Inghilterra è scesa in campo anche la Chiesa (da noi c’erano stati invece problemi con le antenne di Radio Vaticana) che ha deciso di vietarle. Ma cosa c’entra Dio con i ripetitori dei cellulari? In poche parole, dal 2002, le chiese anglicane avevano iniziato ad affittare i propri tetti alle compagnie di telefonia mobile ricavando delle belle elemosine, ora però alcuni prelati si stanno opponendo. Motivo? i contenuti trasmessi possono essere moralmente disdicevoli (leggi, pornografia).

“non rientra nella missione della Chiesa,il promuovere o il ricavare benefici finanziari dalla diffusione della pornografia”

queste le parole di Mr Pullman, cancelliere che per primo si è opposto alla usanza. C’è chi è meno radicale, infatti l’arcivescovado di Canterbury ha detto che ogni medium può essere utilizzato per scopi disdicevoli, ma ciò deve essere bilanciato con la quantità di bene che si può fare con lo stesso.
Bisogna ammettere, come avevamo scritto qui, che chiesa e pornografia non hanno mai avuto un buon rapporto, e che sono sempre le innovazioni tecnologiche a pagarne le conseguenze, ma accanirsi con le antenne dei cellulari, questo è eccessivo.