I moderati che vorrei – terzo appunamento – Nikolas Sarkozy

marzo 12, 2007

Sarkoè disponibile il terzo appuntamento de “I Moderati che vorrei”. Questa volta viene proposto un intervento di Nikolas Sarkozy. Per scaricarlo andate a questa pagina.

Ecco l’introduzione di Enrico Singer:

Per la Francia si sta chiudendo un’era. Quella di Jacques Chirac. Il Presidente che entrò all’Eliseo nel 1995, dopo l’addio di Francois Mitterrand, ha appena partecipato, due giorni fa, al suo ultimo vertice europeo a Bruxelles e si prepara al commiato formale dagli altri leader della Ue che avrà come palcoscenico un’occasione speciale: la celebrazione, a Berlino, dei cinquant’anni del Trattato di Roma che ha dato vita a quella che oggi tutti chiamiamo l’Unione europea senza sapere bene, in fondo, che cosa vuol dire. E, soprattutto, che cosa è diventata da quando, quel 25 marzo del 1957, i sei “padri fondatori” ne firmarono nella sala degli Orazi e Curiazi l’atto di nascita. Perché l’Europa ha fatto passi da gigante, ha finalmente la sua moneta unica, è cresciuta fino a raggiungere i 27 Paesi membri, ha l’ambizione di parlare da pari a pari con gli Stati Uniti, la Russia, la Cina, le vecchie e nuove tigri dell’Asia: dal Giappone all’India. Ma è anche in crisi. E proprio dalla Francia, con il “no” al referendum del 2005 sulla nuova Costituzione, è partito il campanello d’allarme. Per questo il successore di Chirac, che sarà scelto tra meno di due mesi, ha una responsabilità particolare: dipendenderà in gran parte dal suo atteggiamento il futuro della trattativa per superare la crisi in atto.
Con il testo che pubblichiamo in queste pagine, Nicolas Sarkozy, che tutti i sondaggi considerano il grande favorito tra i pretendenti alla successione di Chirac, anticipa per i lettori de L’Indipendente il suo progetto per l’Europa. Abbiamo deciso di pubblicarlo nella nostra serie “I moderati che vorrei” perché è la testimonianza del pensiero di uno dei più interessanti protagonisti del campo dei nuovi moderati europei. Che dimostra, ancora una volta, il suo coraggio: nel dire no all’ingresso della Turchia, nel proporre un Trattato semplificato da approvare senza nuovi referendum, nell’attrezzare l’Europa alla sfida della globalizzazione.

Il primo di domenica 11 febbraio con Ezio Mauro, è disponibile a questa pagina.
Il secondo di domenica 4 Marzo con Pier Luigi Celli, è disponibile a questa pagina.