L’Unione è in crisi anche sul web. Da Natale

aprile 26, 2007

Qualsiasi sondaggio si consulti sulla fiducia nel e sul governo Prodi è sufficiente per notare che il calo, dal giorno delle elezioni dello scorso aprile a oggi, è pauroso. Stesso discorso vale per qualsiasi tipo di rilevazione sui ministri dell’Unione e sul premier Romano Prodi. E allora ti aspetteresti, magari, una bella campagna di manifesti 6 x 3 che tappezzi l’Italia delle cose realizzate (?). Oppure un bombardamento internet che possa andare a convincere l’elettorato giovane. Ma nel centrosinistra nulla di tutto ciò accade. Anzi, se uno va a navigare sul sito ufficiale della coalizione www.unioneweb.it scopre che “il sito è temporaneamente non disponibile”. Il problema è che quel “temporaneamente” sta lì da prima di Natale, ovvero dalla metà del tempo in cui Prodi governa. www.unioneweb.it è quello dal quale, in campagna elettorale, si potevano scaricare le celeberrime 281 pagine del programma. Quelle dove c’è contenuto tutto e il contrario di tutto. Quelle a cui, ogni volta che sorge una controversia, si fa riferimento manco fossero le tavole della legge. E se volessi andarle a ristamparle come faccio? Se volessi verificare chi ha ragione sulla Tav o sui Dico? Ora il sito è chiuso. All’attacco dell’Unione e del suo sito semi morto il principe dei pastonisti, ora senatore dell’Udc, Francesco Pionati che all’Indipendente spiega: «Il sito dell’Unione è fermo perché probabilmente risentirà dello stato dell’arte dei due principali partiti, Ds e Margherita. Sono fermi per mancanza di idee. Il centrosinistra floreale si sta destrutturando e si passa a un centrosinistra da illusionismo. È chiaro che – sottolinea Pionati che dirige il settimanale telematico Noipress – in una fase di migrazioni, e di cambiamenti continui, chi scrive può essere smentito in ogni momento». Non è meno tenero l’ex ministro della Funzione Pubblica, Angelo Piazza dello Sdi: «Dopo anni di impegno e tante parole spese affinché la comunicazione politica imparasse a valorizzare la tecnologia di internet, è un segnale di disattenzione grave che il sito dell’Unione versi in stato comatoso. Lo Sdi, al contrario, ha fatto una scelta precisa: abbiamo chiuso L’Avanti della Domenica nell’edizione cartacea per dedicarci esclusivamente al sito www.sdionline.it, curato da professionisti che ne fanno un quotidiano telematico ricco e sempre aggiornato. Una maggioranza che deve saper comunicare meglio non può permettersi di ignorare la rete e dimenticare il proprio stesso sito web».
Sulla chiusura di fatto del sito dell’Unione cala come una mannaia la sua dura sentenza Mario Adinolfi, polemista, blogger ed esperto dei fenomeni internet: «Nel centrosinistra continuano a non capire che il mondo della rete va coltivato quotidianamente. Questi aprono saracinesche virtuali che poi chiudono come fossero salumerie. Senza capire che il giudizio di chi sta nella rete, e sono tanti, in questi casi è molto duro. E tutto ciò si trasforma in un boomerang».

di Vasco Pirri Ardizzone