Backstreet Boys, N’Sync, Five, Take That (scusate la scarsa cultura in campo di boyband), cosa hanno in comune con Michela Vittoria Brambilla? Probabilmente il fatto di essere creature nate a tavolino, o comunque scaturite da brainstorming di pool creativi particolarmente prolifici. Prodotti comunicativi, volti a catturare l’attenzione di un’utenza quantomeno allargata ed eterogenea.
Come nei gruppi citati pocanzi, c’era un misto di culture, di stili, di personalità. Così dicasi anche per i comportamenti della vittoriona nazionale. Nelle boyband c’è il bello e impossibile che ruba i cuori delle teenagers, c’è il trascinatore magari meno belloccio che piace a quelle più impegnate (“come il cicciobomo dei thake that” citazione dotta), c’è il tenebroso che si aggiudica le simpatie delle più grandicelle e l’etnico che spicca per contrasto seguendo la legge del politically correct…Con la Barambilla è un po’ lo stesso. I diversi aspetti peculiari di ogni componente del gruppo si fondono nei comportamenti variegati e eterogenei della rossa creando una bomba al napal talmente potente da bucare lo schermo e attanagliare i media tutti.
- Ha la calza autoreggente che piace al voyeurista televisivo che magari rinnega striscia e le veline, ma poi sbircia la coscia a porta a porta e l’animo da voyeur ha subito un sussulto.
- È protagonista di quadretti agresti nei quali si vede attorniata da cani vogliosi di Pal e affetto, caprette brucanti erba padana, cavalli golosi e stormi di volatili in cerca del loro S Francesco. In questo modo fa la felicità delle famiglie perchè, si sa, “chi non ama le bestie non ama nemmeno i cristiani”.
- Il passato da indossatrice e da finalista di Miss Italia, fanno tanto venire in mente la carriera del mondo dell’intrattenimento vissuta in prima persona da suo mentore e pigmallione, che alla scalinata di Salsomaggiore preferiva però i palchi delle navi.
- Il piglio da imprenditrice sull’asse azienda-giornale-televisione-circoli piace al meneghino dal roboante cayenne che già la immagina in lacci e cuoio pronta a raddrizzargli la fabbrichetta senza bisogno della pillolina blu.
- Infine le imitazioni imperversanti sulle tv nazionali (non una ma una, due e tre) fanno capire che il fenomeno mediatico è una realtà nostrana e seguono il filone del “parlare bene o parlare male, è sempre pubblicità”.
Insomma tutti uniti nel nome della girlband mono-elemento di Vittoria Brambilla