Follie d’amore

luglio 26, 2007

Ronald D. Laing, Mi ami? Piccola Biblioteca Einaudi, 84 PAG. 11 EURO

«Mi ami?» sembra solo una classica domanda da innamorati. E invece, con il fondatore dell’antipsichiatria Ronald D. Laing, diventa la cifra per sondare molteplici rapporti: tra uomo e donna, genitori e figli, malati e pazienti e, colpo di scena, di ognuno di fronte a se stesso. Tutti accomunati dal bisogno ansioso di essere riconosciuti e accettati dall’Altro. Quello che pone domande, disturba, parla un linguaggio incomprensibile perché diverso, sembra stare fuori ma è radicato dentro. Negli scritti di Laing, infatti, si incontrano poesie fulminanti, dialoghi sconclusionati e brevi monologhi che ricordano tanto l’incomunicabilità messa in scena dal teatro di Genet e Beckett e, nei casi estremi, sfociano nell’assurdo di Ionesco. Tuttavia, non stiamo leggendo opere di pura fantasia ma la trascrizione “romanzata” dell’esperienza clinica e personale dell’autore, cristallizzata in una forma non teorica con l’intenzione di raggiungere anche i non addetti ai lavori. Quella che si ricompone, quindi, pagina dopo pagina, è l’impietosa rappresentazione dello scarto tra ciò che è naturale (nascere, fare l’amore, ammalarsi, esserci) e la capacità di amare e interagire con tutto questo, attitudine meno spontanea di quanto si pensi. Insomma, spezzoni di questioni relazionali sempre attuali – nonostante il libro sia stato pubblicato nel 1976 – e adesso riproposto nuovamente da Einaudi.


Scrivere per capire l’inafferrabile

luglio 2, 2007

Grace Paley, L’importanza di non capire tutto
Einaudi Stile Libero
PAG. 271, 11 EURO

Poetessa e scrittrice nata nel Bronx nel 1922 da ebrei atei, attiva nel movimento pacifista, femminista e antinucleare, Grace Paley riunisce alcuni scritti eterogenei per ripercorrere i fermenti politico-culturali degli anni ’60, soffermandosi sulla guerra del Vietnam, la trasformazione della Russia, le manifestazioni di disobbedienza civile e quelle rivendicative del movimento delle donne, per arrivare fino alla guerra del Golfo negli anni ‘90. La sua narrazione è disseminata di preziose sollecitazioni che, chiunque abbia la vocazione dello scrivere, coglierà con interesse. Tra le altre attività, infatti, l’autrice annovera l’insegnamento di scrittura creativa presso varie università di New York per circa vent’anni della sua vita, e condensa la sua filosofia sostenendo che «una delle ragioni per cui gli scrittori sono interessati alla vita più di altri, che invece semplicemente continuano a vivere, è che lo scrittore non capisce che si tratta di qualcosa in cui lui si comporta come se fosse una sorta di specialista; quel qualcosa è la vita. E la ragione per cui scrive è di spiegarla a se stesso e, per cominciare, meno ne capisce, più probabilmente ne scriverà. E prendendo questa sua incomprensione, qualsiasi essa sia – la faccia della ricchezza, il crollo dell’orgoglio del padre, l’uso improprio dell’amore, la disperata povertà -, semplicemente non la supererà.»